Lupini

Il lupino

Il legume “dimenticato” che, grazie alle sue importanti proprietà benefiche per la salute, si sta guadagnando il titolo di “super legume”!

Chi di voi non ha mai mangiato dei semi di lupino in accompagnamento ad un drink durante l’aperitivo? Ma sono sicuramente in pochi ad usare il lupino abitualmente come un vero e proprio alimento. “Perché dovremmo?” – vi chiederete. Proveremo a darvi la risposta e speriamo di persuadervi a mangiare più spesso questo alimento – legume, per la precisione – con importanti proprietà benefiche per la salute, grazie alle quali si sta guadagnano il titolo di “super legume”.

Pianta di lupino

Fiori e foglie di Lupinus sp. (fonte: Wikipedia)

Il lupino è un legume proveniente dal bacino del Mediterraneo, dall’Africa orientale e dalle Americhe, dove veniva coltivato già oltre 4.000 anni fa. Oggi, invece, si coltiva in Australia, Europa e Sud America a fini alimentari, tanto per l’alimentazione umana quanto per quella animale, e viene anche utilizzato come sovescio (coltura che arricchisce il terreno di preziosi elementi, i quali vengono sintetizzati dai batteri azotofissatori presenti sulle radici della pianta di lupino). Oltre ai semi, il lupino può essere consumato anche in forma di farina, ottenuta dalla macinazione dei semi secchi.

Proprietà nutrizionali

Dal punto di vista nutrizionale il lupino si distingue per il suo altissimo contenuto di proteine e di fibre solubili e insolubili, e per un basso contenuto di carboidrati e grassi. La farina di lupino contiene almeno il 40% di proteine, il 31% di fibre, il 10% di zuccheri, il 10% di grassi e diversi micronutrienti. I grassi contenuti nei semi di lupino sono per lo più grassi “buoni”, con il 67% di acidi grassi monoinsaturi ed il 19% di polinsaturi, e soltanto un 14% di acidi grassi saturi. I semi di lupino sono una buona fonte di tiamina (vitamina B1) e acido folico (vitamina B9), come anche di alcuni sali minerali, specialmente manganese, rame, magnesio, fosforo, zinco e potassio.

Il lupino è un allergene e pertanto sarebbe bene accertarsi di non essere allergici a questo legume prima di consumarlo: ciò vale in particolare per quanti soffrano già di allergia ad un altro legume o alle arachidi. Alcune varietà di semi di lupino possono contenere alcaloidi potenzialmente velenosi e responsabili del sapore amaro, ma tali composti vengono eliminati durante la cottura o tostatura in quanto termolabili; in più, nelle varietà moderne (lupino dolce) il contenuto di alcaloidi è stato ridotto a livelli molto bassi tramite tecniche di incrocio convenzionali.

Un’altra caratteristica interessante del lupino è il basso contenuto (a volte anche la totale assenza) di fattori antinutrizionali, come fitati, tanini, lectine, inibitori di protease od oligosaccaradi non digeribili, che possono essere presenti in altre specie di legumi.

Proprietà funzionali

Ultimamente sono state condotte svariate ricerche sul lupino, che hanno rivelato diverse proprietà salutistiche (funzionali) di questo legume, tant’è che si sta guadagnando il titolo di “super legume” e viene usato sempre di più nella produzione di alimenti funzionali. Dato che la dieta occidentale si è impoverita di fibre e si mangiano sempre meno legumi, gli alimenti funzionali contenenti questo prezioso legume potrebbero contribuire alla prevenzione delle malattie sviluppatesi in conseguenza allo stile di vita moderno. Riportiamo alcune delle proprietà salutistiche di questo prezioso legume.

Prevenzione dell’obesità – un team di ricercatori australiani ha rilevato che il pane arricchito con la farina di lupino aumenta il senso di sazietà e di conseguenza riduce l’apporto calorico del pasto successivo, grazie all’alto contenuto di proteine e di fibra presenti nel lupino.

Riduzione del colesterolo ed effetto epatoprotettivo – il lupino integrale ed in particolare il suo isolato proteico, in sinergia con altre componenti come le fibre, le saponine ed i fitosteroli, possono ridurre il colesterolo totale ed il colesterolo non HDL; dunque non riducono il colesterolo “buono”, bensì altri tipi di colesterolo. Nella stessa ricerca i semi integrali di lupino e l’isolato proteico del lupino hanno mostrato anche un effetto epatoprotettivo, riducendo l’accumulo dei grassi negli epatociti (cellule del fegato) anche nel caso di diete ricche di colesterolo e di grassi.

Un’altra ricerca del 2004, pubblicata sul Journal of Nutrition, ha confermato l’efficienza delle proteine del lupino nell’abbassamento della colesterolemia grazie all’attività di regolazione dei recettori del colesterolo LDL (colesterolo “cattivo”).

Riduzione del rischio di comparsa del diabete di tipo 2 – un team internazionale di ricercatori ha dimostrato che una frazione proteica (glicoproteina gamma-conglutina), presente nei semi di lupino, può efficacemente attraversare la barriera intestinale provocando un effetto antidiabetico e glucosio riducente.

Abbassamento della pressione sanguigna ed effetto cardioprotetivo – “Il lupino può abbassare la pressione sanguigna e prevenire le cardiopatie”. Questa è la conclusione della ricerca condotta su un gruppo di persone obese che regolarmente mangiava prodotti da forno arricchiti con la farina integrale di lupino; anche in questo caso il merito va alle proteine ed alla fibra di lupino presenti negli alimenti consumati.

Una dieta ricca di proteine e di fibre provenienti dal lupino può avere un effetto benefico sul funzionamento del sistema cardiovascolare, grazie anche all’abbassamento della risposta insulinica ed alla regolarizzazione della pressione sanguigna, come spiega uno studio pubblicato sull’International Journal of Obesity.

Miglioramento nel funzionamento del colon e prevenzione di tumori al colon – la fibra di lupino può migliorare il funzionamento del colon e prevenire il rischio di tumore. Per ottenere tali benefici, gli autori della ricerca in proposito raccomandano di arricchire l’apporto giornaliero di fibre assumendo almeno 50 g di lupino al giorno.

Farina e semi di lupino

La farina ed i semi secchi di lupino possono essere utilizzati per arricchire l’alimentazione con questo “super legume”

Utilizzo nell’industria alimentare

Grazie all’alto contenuto di proteine, la farina di lupino sta diventando il principale competitore della farina di soia nell’industria alimentare. Viene utilizzata al posto di uova e burro per dare il colore ai prodotti e come emulsionante in sostituzione agli esteri di mono e digliceridi, alla soia ed all’uovo. E’ usata anche come esaltatore di sapidità grazie al suo alto contenuto di acido glutammico, mentre la naturale presenza di antiossidanti nei semi di lupino può prolungare la conservabilità dei prodotti che ne contengono la farina.

Proposte per arricchire l’alimentazione con il lupino

I semi di lupino in salamoia, oltre ad essere consumati come snack insieme ad un aperitivo, possono essere un’ottima fonte di proteine da aggiungere alla vostra merenda, accompagnati da un frutto. Usate i semi secchi per la preparazione di zuppe, come abitualmente fate con gli altri legumi. Il tempo di ammollo necessario  è di 24 ore, mentre per la cottura ne occorrono almeno un paio.

Nei negozi di alimentari e nel reparto alimenti freschi dei supermercati, oramai, c’è l’imbarazzo della scelta riguardo prodotti a base di lupino (hamburger, polpette, cotolette, salse, sughi), che potreste talvolta usare come fonte proteica per il pasto principale.

A chi prepara il pane in casa suggeriamo di aggiungere alla solita miscela di farine anche quella di lupino, in quantità fino al 5%; quantità superiori potrebbero compromettere la buona riuscita del pane in termini di sofficità ma, se preferite un pane più corposo, potreste aggiungerne anche fino al 10%. Grazie al suo sapore tostato, la farina di lupino darà al pane una fragranza gradevole.

BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA:

www.nutritiondata.self.com
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www.foodmanufacture.co.uk/Ingredients/Interest-in-the-benefits-of-lupin-grows

 


Inulina-vegetali-contenenti-inulina

Inulina

Una fibra prebiotica biologicamente attiva con varie proprietà funzionali

Inula helenium

Inula helenium, la pianta da cui fu isolata l’inulina

L’inulina è una fibra vegetale, un oligosaccaride che serve alle piante come carboidrato di riserva. Grazie ai peculiari legami tra le molecole di fruttosio che la costituiscono, noi non siamo in grado di digerirla. L’inulina è stata isolata e definita per la prima volta dalla pianta Inula helenium (Enula campana) nel lontanto 1804.

Proprietà prebiotiche dell’inulina

Dato che non siamo in grado di digerirla, l’inulina arriva nell’intestino crasso intatta, dove viene sfruttata molto bene dai microorganismi che colonizzano il colon: in particolare, l’inulina è in grado di favorire selettivamente la crescita della microflora intestinale atta a conferire benefici per la salute ed il benessere dell’ospitante (Bifido batteri e Lattobacilli).

Questo tipo di microflora intestinale è utile per il buon funzionamento del nostro organismo e della vita in genere, e proprio per questo motivo è stata nominata microflora probiotica (cfr. preposizione latina pro=a favore di e sostantivo greco bios=vita). Le sostanze che aiutano la crescita di probiotici, e dunque sono preliminari rispetto al loro sviluppo, sono state nominate prebiotici (dal latino prae= davanti). La combinazione di prebiotici e probiotici, la cui azione è sinergica sulla salute umana, viene definita simbiotica e da tale prerogativa nasce il termine simbiotici (si tratta di una simbiosi nella quale la possibilità di sopravvivenza della carica batterica apportata viene potenziata dalla presenza di substrati di accrescimento selettivi).

I prebiotici del “tipo inulina” vengono chiamati anche  fruttooligosaccaridi (FOS) e oligofruttosio ma, in realtà, si tratta di un gruppo di oligosaccaradi con grado di polimerizzazione (numero di monosaccaridi legati) da due a sessanta. Sono composti da molecole di fruttosio, anche se alcuni possono contenere pure molecole di glucosio.

Altre proprietà benefiche dell’inulina

L’inulina non possiede solo proprietà prebiotiche; nell’organismo può svolgere diverse attività biologiche che si manifestano in due modi:

Alimenti ricchi in inulina e dosaggio

Inulina-verdure-contenenti-inulina

L’inulina estratta dalle verdure si presenta come una polvere bianca

L’inulina si estrae dalle piante (tipicamente dalla radice di cicoria o dall’agave) o si produce per sintesi chimica partendo da una molecole di base, di solito dal saccarosio (lo zucchero comune). E’ abbondante nelle verdure comunemente usate nell’alimentazione, quali la cicoria, i carciofi, gli asparagi, le cipolle, l’aglio, i porri; in media se ne consumano giornalmente fino a 10 g a persona, fatte salve le specifiche abitudini alimentari.

Test tossicologici effettuati su questa sostanza non hanno dimostrato alcuna tossicità ma hanno rilevato che, in alte dosi, può provocare flatulenza e diarrea. Tali dosi variano da persona a persona e dipendono anche dal tipo di verdura da cui proviene l’inulina, ossia da come in genere digeriamo e tolleriamo qualsiasi tipi di fibra alimentare: le persone non sensibili agli effetti collaterali del consumo di inulina tollerano anche quantità superiori ai 30 g al giorno, mentre persone maggiormente sensibili hanno avuto problemi intestinali già con l’assunzione di basse dosi (meno di 10 g di inulina al giorno). 

Qualche consiglio riguardo consumo e conservazione di inulina

Inulina-yogurt

Simbiotico fatto in casa

Se non siete forti consumatori delle verdure contenenti inulina e volete integrare nella vostra alimentazione questa fibra preziosa, vi consigliamo di aggiungere la polvere di inulina nello yogurt per creare un vero simbiotico fatto in casa (l’inulina in polvere si può acquistare in farmacia ed è anche reperibile online). Potete arricchire il vostro apporto quotidiano di inulina anche consumando prodotti con inulina formulati appositamente.

Se decidete di acquistare l’inulina, ricordatevi sempre di chiudere bene il contenitore; altrimenti l’inulina assorbirà l’umidità dall’ambiente (è molto igroscopica!) ed al posto della polvere di inulina potreste trovare un grosso cristallo bianco molto duro. Per lo stesso motivo, quando aggiungete l’inulina nello yogurt o altri liquidi, mescolatela subito in modo che non indurisca. Se pensate di aggiungere altri ingredienti solidi nell’alimento liquido scelto, miscelatela con gli ingredienti solidi prima di aggiungere quelli liquidi. In questo modo si scioglierà uniformemente senza creare i cristalli.

Impiego dell’inulina 

Naturalmente, il primo impiego è quello come fibra prebiotica in varie formulazioni farmaceutiche ed alimentari (simbiotici, formulazioni per i lattanti, alimenti funzionali quali prodotti da forno, pasta, gelato o creme spalmabili formulati specificatamente). Nell’industria alimentare viene usata per arricchire di fibra gli alimenti che non la contengono o ne contengono poca. Dato che ha sapore dolciastro, viene utilizzata anche come dolcificante nei prodotti dietetici al posto dello zucchero e dei dolcificanti artificiali. Viene impiegata anche negli alimenti in cui è stato ridotto il contenuto di grassi al fine di migliorare la struttura del prodotto.

 

BIBLIOGRAFIA:

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